PINOCCHIO NEL PAESE DEI LUCIGNOLI

scritto e diretto da Alessandro Garzella
con Giulia Benetti, Francesca Mainetti, Chiara Pistoia e Alessandro Garzella
ambientazione scenica e costumi di Anna Teotti
disegno luci di Andrea Berselli.

Poetica

C’è un lumino, un naso, un cespuglio turchino. Si raglia il burattino perso tra le bugie della sua sorte. Si raglia, liquefatti nello show della resurrezione e della morte. Lucignoli, collusi col tempo in cui i lustrini e le puttane fanno scuola. La corruzione, ben vestita a festa, marcisce testa e cuori. Siamo una tribù di imbroglioni e di somari raggirati dai nostri stessi inganni. Col potere che mette balocchi avvelenati nelle banche e nei cervelli di tutti noi.

SINOSSI

Il fantastico racconto del burattino di legno, in questa nostra visione allucinata, diventa un reality porno show crudo e straziante. Il disfacimento morale gioca con le figure principali della storia e l’opera propone un ribaltamento di prospettiva rispetto alla visione disneyana: tutte le figure, perfino la fantasiosa diversità del burattino Pinocchio, sono corrotte e sottoposte alle volgarità dei nostri tempi. Mago, un essere controverso che evoca l’ombra strampalata di Collodi, assieme a Fata, dirige un porno show che ambisce al trionfo del Male. Lucignolo e Pinocchio riproducono invece gli emblemi dello sfigato e dell’artista: il primo, sarà la vittima predestinata ad incarnare il ruolo del giovane perdente, mentre il secondo, sedotto dal successo, finirà per sottomettere la sua creatività al consumo.


Lucignolo subisce l’impossibilità di liberarsi dallo stigma del mascalzone, mentre il Paese dei Balocchi è una macchina feroce di falsità che, per vendere, spettacolarizza anche la nostra morte sociale. Eppure, qua e là, in noi, a volte c’è ancora un lumicino che balugina dentro. Una fiammella ben nascosta che lampeggia in persone e luoghi inaspettati. Forse come sempre sarà proprio la morte apparente del nostro immortale burattino a generare nuove forme. Oppure sarà la prigionia di Lucignolo, il nostro unico e funebre destino. Quest’opera pone la storia – e la vita di tutti noi – in bilico su questa prospettiva.

ORIGINE

L’opera nasce dalla performance Lucignoli Horror show creata presso il teatro Stalla di Verdello dopo una lunga residenza artistica che ha coinvolto gli utenti psichiatrici della comunità terapeutica gestita dalla Fondazione Emilia Bosis.

Fotografia di: Adriano Treccani
Anno di debutto 2018

recensioni

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